28 novembre 2011

GAJA in Osteria - "Vignadelmar" 20.11.2011












19 ottobre scorso, tra la mia posta elettronica leggo:

“da: Vignadelmar – Oggetto: Gaja in Osteria

ho pensato ad una delle consuete bevute che Luciano “Vignadelmar” Lombardi organizza nella sua Osteria, questa volta con i vini, da lui tanto amati, di Gaja.
La cosa poteva essere interessante ed ho aperto la mail per controllare data e modalità dell’evento…… ho subito notato il tono quasi “carbonaro” di Luciano che mi imponeva di non comunicare la notizia a chicchessia perché i vini di Gaja li avremmo bevuti in compagnia di Angelo Gaja che avrebbe dedicato la sua presenza, la sua giornata, esclusivamente a noi 14 amici-bevitori, lontano da occhi e taccuini di giornalisti.


Alle 10.30 ci siamo ritrovati tutti puntualissimi al richiamo di Mr. Gaja, che ha voluto far precedere al pranzo un suo intervento che, pensavamo, sarebbe stato incentrato sui suoi prodotti e sulla sua azienda.
Nulla di più sbagliato! In quasi due ore di slide e di discorso infervorato ci ha parlato degli ultimi cinquant’anni di storia e di economia del mondo, delle influenze che tutto questo ha avuto, ed ha, sul mercato del vino, le prospettive di sviluppo che quest’ultimo avrà sia nei paesi nei quali il consumo è già ben consolidato e sia nei mercati dei paesi emergenti.

Ci ha raccontato tutto questo ed altro ancora tratteggiando le personalità, gli errori ed i meriti di figure che hanno inciso profondamente sulle vicende del mondo connesse direttamente o indirettamente a quelle del vino.
Non vorrei riportare tutto il suo discorso perché il web 2.0 richiede una comunicazione “breve” ed incisiva e rischierei di scrivere un romanzo d’appendice, non posso però tralasciare la prima immagine: Stalin!
Abbiamo tutti pensato che, conoscendo le idee filo-bolsceviche di Luciano, l’avesse inserita per giocarci un po’ ed invece era per indicarne le sue colpe non (solo) in quanto protagonista di una feroce dittatura, quanto per aver bloccato la vocazione vinicola di regioni come la Georgia e la Moldavia, frenando la LIBERTÀ di cui gli ARTIGIANI hanno bisogno.
Di contro ha evidenziato anche le colpe del liberalismo estremo di Madoff, ci ha raccontato dell’importanza (e della fase calante del suo ciclo) di Robert Parker, ha raccontato delle “visioni” di Robert Mondavi e della sua importanza quale riferimento per tutti i produttori che fanno grandi produzioni di qualità.
Ha spiegato con efficacia l’importanza dei vitigni autoctoni, indispensabili per il turismo ed il mercato interno, senza demonizzare i vitigni internazionali, che comunque continuano ad essere molto richiesti, l’importante è evitare “inquinamenti”.
Dopo aver parlato dei mercati consolidati (USA, Russia, Europa) ha rimarcato le potenzialità di mercati emergenti come Cina, India, Indonesia, Brasile pur con le differenze e le difficoltà dovute ad abitudini, religioni, clima.
Attraverso le figure (probabilmente ignote a molti) della scrittrice di cucina italiana Marcella Hazan e di Lidia Bastianich, italiana e proprietaria di un ristorante a New York ci ha fatto comprendere l’importanza che il connubio con la cucina italiana ha rappresentato per il mercato dei nostri vini negli Stati Uniti.
Angelo Gaja ha tratteggiato in poche battute l’importanza di alcuni vini, di alcune aziende e di alcune persone per il mercato dei vini italiani sia nel mondo e sia nel mercato interno, spiegandoci l’importanza che il Tignanello, il Sassicaia ed il Brunello di Montalcino hanno avuto per penetrare il mercato statunitense, ma ci ha fatto anche comprendere il peso che vini come il Corvo di Salaparuta o aziende come Santa Margherita con il suo Pinot Grigio hanno avuto nei confronti di quel mercato.

A questo punto faccio un inciso, una mia piccola, personale considerazione: in questa puntuale disamina della storia dell’’export italiano del vino verso gli USA ha tralasciato forse l’aspetto principale, IL PESO DETERMINANTE CHE IL BRAND “GAJA” HA AVUTO PER L’AFFFERMAZIONE DEL VINO ITALIANO OLTREOCEANO!

Ha concluso le sue approfondite considerazioni sul mondo del vino italiano citando due persone e due Fiere che, secondo lui, tanto hanno rappresentato per l’economia legata all’agroalimentare ed all’enogastronomia italiana:
  • Carlo Petrini, per la sua visione innovatrice del mondo legato al cibo ed al vino che con la sua associazione Slow Food ha saputo varcare i confini italiani, far breccia nelle abitudini alimentari americane e proporre un modello completamente nuovo di concepire la cultura del cibo;
  • Donatella Cinelli Colombini, che con la sua idea innovatrice del Movimento del Turismo del Vino ha saputo coniugare il mondo del vino di qualità con un turismo consapevole ed interessato, un’idea innovatrice che richiede grandi capacità e professionalità tanto negli aspetti produttivi quanto in quelli ricettivi;
  • Vinitaly e Vinexpo sono le due fiere da lui citate che costituiscono momenti fondamentali per l’immagine delle aziende, “alle Fiere non ci si va per vendere, ha sottolineato. Due Fiere importanti per i produttori italiani, due Fiere diverse tra loro, l’una frequentata solo dal 50% degli importatori, l’altra con una visione completa sull’intero mondo dell’import-export.
Il nostro graditissimo ospite ha concluso la sua “lectio magistralis” con una serie di episodi di vita vissuta, con le sue considerazioni sulle campagne anti-alcol in atto, con le sue indicazioni su quanto ognuno di noi dovrebbe fare per la propria crescita individuale, per l’educazione dei propri figli ed ha raccontato, infine, un episodio legato a Luigi Veronelli relativo all’inutilità della domanda su “quale sia il miglior vino mai bevuto”.



È possibile essere d’accordo oppure in completo disaccordo con le visioni etiche, politiche o economiche di Angelo Gaja, è possibile che i suoi vini piacciano in maniera assoluta o non piacciano affatto, di certo per ognuno di noi 14 privilegiati che abbiamo avuto il piacere di averlo tra noi, amico tra amici, più che ospite d’onore, che abbiamo avuto il privilegio di vederlo intento a stappare con noi le proprie bottiglie o che l’abbiamo aiutato a scaraffare il suo bianco utilizzando un pentolone (pulitissimo) arrivato, dietro sua richiesta, dalle cucine, questa resterà una giornata che non potrà passare facilmente nel dimenticatoio perché è stata l’occasione di conoscere un uomo che sicuramente ha segnato tappe fondamentali per il vino italiano nel mondo, un uomo dalla personalità forte e decisa (ritengo che l’appellativo di “Giove Tonante dell’enologia italiana” affibbiatogli qualche anno fa da Luciano “Vignadelmar” Lombardi gli calzi a pennello!), un uomo che sa comunicare le sue idee, le sue passioni, la sua storia umana ed imprenditoriale conservando una semplicità nel tratto ed una umanità degna di un uomo normale, una caratterista che solo pochi Grandi Uomini hanno.

A questo punto il romanzo d’appendice che temevo di scrivere è un fatto compiuto, ma non si poteva tralasciare nulla di questa giornata, anzi ci sarebbe ancora da raccontare dei vini e del cibo, rigorosamente pugliese, che la bravissima Mimma ha saputo farci arrivare in tavola come complemento indispensabile a ciò stavamo… degustando? bevendo? tracannando? bhò, fate voi!



IL MENU:


STUZZICHINI INIZIALI:
  • Bruschette di pane "Senatore Cappelli";
  • Focaccia classica barese con pomodoro;
  • Focaccia con cipolle ed olive;
  • Pettole al baccalà;
  • Frittata di cipolle;
  • Polpette di pane al sugo;
  • Soffritto di funghi ed olive al profumo di alloro!!!
ANTIPASTO:
  • Tortino di fave e cicorielle 'ncapriate;
  • Bavarese di lampascioni e patate con capocollo di Martina Franca;
  • Parmigiana classica.
PRIMO:
  • Orecchiette integrali di grano Senatore Cappelli con ragù di asino e brasciola di asino.
SECONDO:
  • Agnello al forno con funghi cardoncelli.
DOLCE:
  • Pettole e cartellate al miele














I VINI:

Champagne Krug Grand Cuvée Magnum, crosta di pane, freschezza tagliente, lunghissimo 89

Gaia & Rey Langhe DOC 1997 Magnum la mia scoperta della giornata, eleganza, corpo, intensità, lunghezza infinita conditi da una freschezza straordinaria in un vino di quasi 15 anni, un grandissimo bianco italiano! 94

Gaia & Rey Langhe DOC 2005, toni simili al fratello maggiore, ma più sommesso, chiuso e con un finale appena amarognolo (aveva subito uno stress da trasporto) 85

Magari 2009 Toscana IGT, lieve sentore di tappo, confermato dalla bocca amara e…… dal trascorrere dei minuti n.c.

Cà Marcanda 2007 Bolgheri DOC, taglio internazionale ben fatto, frutta matura e spezie, bella bocca succosa e lunga sostenuta da una buona spalla acido-tannica 86

Barbaresco DOCG, un crescendo di sensazioni tendenti verso l’equilibrio raggiunto in questa batteria, secondo me, con il millesimo 2003, la freschezza floreale e fruttata delle annate più giovani fanno da contraltare ai sentori più evoluti delle annate più vecchie:

2008 ..................................... 90
2007 ..................................... 92

2005 ..................................... 93
2004 ..................................... 94
2003, il mio vino della giornata, equilibratissimo, evoluzione perfetta 95
1994, opaco e ossidato forse non è stato conservato al meglio 82




Sorì Tildin 20 08 Langhe DOC, naso amplissimo, ancora non perfetta l’integrazione tra alcol e materia, riparliamone tra un po’ di anni 90

Sorì San Lorenzo Langhe DOC
2008, naso elegante, ampio ed intensissimo con ritorni aromatici che ritroviamo dopo l’assaggio, solo una lieve morbidezza ammiccante, a mio avviso, gli impedisce di essere il migliore della giornata 94
1995, scuro e poco luminoso, un po’ ossidato, si avverte l’alcol, esilino e con tannini troppo evidenti, finale amarognolo 86






1968, abbiamo capito che non ce lo saremmo goduto già mentre tentavamo di stapparlo, che peccato! completamente andato n.c.














Sperss Langhe DOC
, i primi tre millesimi assaggiati sono risultati tre splendidi “Baroli”, in leggera fase calante il 1993, non giudicabile il 1991.
2007, giovane e freschissimo, un campo fiorito, tannini vividi, lunghissimo 90

1998, aromi ancora freschi con un corredo di terziarizzazione all’apice della sua espressione, carnoso, ampio e lunghissimo 93
1996
, solo appena più maturo con qualche nota meno equilibrata del precedente 92
1993, naso appagante con una nota alcolica fuori posto, un tantino esile e non perfettamente equilibrato in bocca 87
1991, tappo N.C.


















Nelle due ultime foto, a sinistra Angelo Gaja con Nico Morgese, che ringrazio con affetto per aver messo a mia disposizione le sue foto e, a destra, con l'autore della cronaca di questa giornata.

10 commenti:

  1. Beh, come resoconto è abbastanza fedele. L'abbastanza è dovuto a qualche differenza di valutazione sui singoli vini, ma dopo una giornata come questa è la cosa meno importante.
    Sono contento ed orgoglioso di aver organizzato un incontro del genere; professionalmente ed umanamente è stato molto importante.
    Ciao da Vignadelmar

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  2. Mi interessava solo raccontare la giornata, la persona e le sensazioni provate e percepite.
    Le valutazioni sui vini sono solo un corollario e se non sono "abbastanza" vicine alle tue.... meglio ;-)

    Ancora grazie per aver organizzato (e per averci voluti con te) questo evento importantissimo per te, ma anche per tutti noi!

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  3. Adriano, benvenuto nel ondo di chi non ha paura di esporsi, spero solo che tu ti renda conto che oltre le 3000 battute non è più cronaca ma romanzo ..... a presto!!!!!
    Comunque complimenti per la lucidità, non so se al tuo posto sarei stato capace di fare altrettanto!!!!
    Pino De Luca

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  4. Sono ancora incredulo per l'evento, per la riuscita e per essere riusciti a fare un brindisi con Angelo Gaja... A Lui, ancora un doverosissimo ringraziamento per la sua presenza e le sue superlative spiegazioni. A Vigna del Mar un'altro sentito ringraziamento per la riuscita della giornata e per averci fatto vivere una giornata forse irripetibile!!! A te, caro Adriano Anglani, un grazie per avermi citato e ospitato nel tuo dettagliatissimo articolo (che ci voleva )... ;-) A presto!!! Nico Morgese

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  5. Una bevuta del genere resterà nella storia!!!

    Peccato non esserci stato, ma son certo che ci saranno altre occasini... come questa la vedo dura, ma simili spero di si!

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  6. Caro Pino, mi sono reso perfettamente conto del "romanzo" che stavo scrivendo, tant'è che l'ho pure detto nel post, ma le cose da dire erano veramente tante e l'alternativa poteva essere solo una pubblicazione "a puntate"... non è detto che non lo possa fare in altre occasioni!
    Devo fare esperienza.
    Grazie del sostegno, seguici!

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  7. Bell'articolo Adriano. Resoconto fedele di una giornata che rimarrà unica e di cui dobbiamo ringraziare Luciano. Per me il solito piacere di sederti affianco.

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  8. Bravo Adriano, bel report di una giornata fantastica: gran mix di opinioni di alto livello sul mondo-vino, vini e cibi straordinari. Non sono in linea sulle valutazioni delle singole bottiglie, ma non ha nessuna importanza. Bella lì ;-) E grazie ancora a Lucianone, ed alla sua passione straordinaria.

    Nicola Bove

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  9. Nico sono curioso di sapere le tue valutazioni, come quelle degli altri partecipanti, quelle di Vigna le leggeremo presto su http://www.doctorwine.it/ .

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  10. Non scegliere a caso... se cerchi bene c è il prodotto giusto per te. Prova il valpolicella ripasso. Vai su http://www.vitalbios.com/A/MTQ2NDQ0ODI2NiwxMDAwMDAyLHZhbHBvbGljZWxsYS1yaXBhc3NvLTIwMTAuaHRtbCwyMDE2MDYyNSxvaw==

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